Atto finale: il patrimonio è protetto!

Eccoci arrivati al terzo incontro, ovvero, per dirla in termini ciclistici “nel finale di corsa”.

Da buon coach professionista riprendo quanto il cliente ha espresso nel precedente incontro e cioè che il patrimonio suo e di sua moglie fosse protetto e trasmesso ai suoi discendenti in linea retta (figlie e nipoti) bypassando i futuri generi.

Scopro che queste tre settimane gli sono servite per fare un monitoraggio di tutti i suoi beni e per capire quale figlia fosse la miglior destinataria di alcuni e quale di altri.

Ma soprattutto come far sì che in caso di loro scomparsa fossero solo le nipoti le future beneficiarie.

Nonostante si sia scervellato per ore non è stato in grado di darsi una risposta! E di questo ne sono felice per due motivi:

  1. il primo perché questo ha aumentato di giorno in giorno la sua curiosità;
  2. il secondo perché la mia figura di Consulente Patrimoniale diventa sempre più centrale nella sua mente.

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È giunto il momento di scoprire le carte e di dare un nome allo strumento giuridico per raggiungere l’obiettivo del cliente.
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“Ha mai sentito parlare di Trust?” chiedo subito.

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Come mi aspettavo la risposta è “No”, accompagnata da una mimica facciale che sta a significare “di che cavolo sta parlando?”

Allora le racconto una storia!

Franco è un affermato professionista e nel corso della sua carriera ha creato un ingente patrimonio: sentendo in giro storie di tutti i colori, e visto che finora gli è andata bene, ritiene essere giunto il momento di proteggere questo patrimonio da qualsiasi tipo di rischio e poterlo poi lasciare fin da subito in eredità ai suoi figli.

Individua una persona di cui si fida ciecamente, gli trasferisce la proprietà di tutti i suoi beni disponendo fin da ora che al momento della sua morte li trasferisca interamente ai suoi figli, riservandosi però il diritto di poterli utilizzare fino a che è in vita.

Fine della storia! O meglio dell’inizio della storia!

Come prevedevo i due concetti chiave che il cliente ha memorizzato sono: “una persona di fiducia” e soprattutto “trasferimento di proprietà”.

Lo vedo molto perplesso e un filino disorientato. “Aiuto, il mio obiettivo si sta allontanando” starà pensando.

Colgo in lui un’espressione un po’ contrariata e a quel punto capisco che una pausa è indispensabile. È l’ora giusta per prenderci un buon caffè e parlare un attimo della barca che il cliente ha acquistato da poco e sulla quale trascorre gran parte delle sue vacanze estive.

Rievocare il mare della Sardegna, le cene a base di pesce con gli amici lo riporta in uno stato d’animo sereno e rilassato, allentando quel minimo di tensione generata dai due presupposti basilari su cui poggia il Trust.

Ciò che ha fatto Franco è un Trust e adesso spiego tecnicamente cos’è.

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CHE COS’È IL TRUST

Il trust è un istituto giuridico di origine anglosassone  e le sue origini si collocano nei primi secoli dell’anno 1000 per lo più a causa di campagne di guerra le quali imponevano ai partenti l’esigenza di privarsi temporaneamente di alcuni beni affidandoli ad una persona di fiducia (da cui il termine Trust) che li detenesse e li amministrasse durante il periodo della loro assenza, con l’obbligo di restituirli al ritorno oppure di trasferirli a soggetti indicati, in caso di morte del proprietario.

Il termine Trust (letteralmente fiducia) ricorda quel primitivo sentimento che sta alla base della relazione tra chi si spossessa dei beni e chi li riceve.

Dando un ruolo ai personaggi della storia, Franco è il Disponente del Trust, la persona di fiducia è il Trustee (o Amministratore) e i figli sono i Beneficiari.
Nel cliente la tensione ha lasciato il posto alla curiosità ed ecco la prima domanda auspicata: “ma il Trustee può fare con i miei beni quello che gli pare?”

Assolutamente no!

I beni gli vengono trasferiti al solo fine di gestirli per la realizzazione del programma che lei e sua moglie avrete stabilito nell’atto istitutivo del Trust nell’interesse dei beneficiari e in conformità con le disposizioni normative.

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“E perché li dovrei trasferire a sto benedetto Trustee?”
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Per far si che il Trust Vi offra una protezione patrimoniale, in quanto i beni in esso trasferiti e quindi non più di vostra proprietà, siano segregati e protetti da qualsiasi vicenda personale, nonchè da creditori vostri e delle vostre figlie, vita natural durante.

I muscoli del viso si stanno rilassando, pertanto aggiungo altri “calmanti”.

Il Trustee diventa effettivo proprietario dei beni a lui affidati che deve amministrare, gestire e disporre, con la diligenza del buon padre di famiglia, secondo le istruzioni che gli darete voi Disponenti.

Sto povero Trustee ha inoltre l’obbligo di rendere conto del suo operato a voi, alle vostre figlie e ad un eventuale “Guardiano” che potrete nominare per un ulteriore doppio controllo.

I nostri ruoli sembrano essersi invertiti, adesso è lui che fa domande “potenti”.

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“Si ricorda però che noi vogliamo trasmettere il patrimonio alle nostre figlie senza che nè ora nè mai i nostri futuri generi ne diventino indirettamente proprietari?”
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Certo che mi ricordo e proprio il Trust vi permette di esaudire i vostri desiderata.

Dal momento che i beni vengono destinati al Trust e, per dirla in parole povere, sono intestati allo stesso, le destinatarie finali saranno le vostre figlie.
Le quali però non saranno le proprietarie, non avranno intestati tali beni e quindi alla loro morte non avranno niente da lasciare in eredità ai rispettivi coniugi.

Perché i beni sono del Trust! Cominci a metabolizzare questo concetto.

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“E qui ci siamo” afferma il cliente “ma noi vogliamo che nel caso in cui le mie figlie non ci fossero….  i beneficiari del patrimonio del Trust diventino i nostri nipoti!”
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Perfetto, basta scriverlo nell’atto istitutivo del Trust.

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“Oh, altra bella notizia! Ma a me e a mia moglie e, di riflesso, alle mie figlie chi ci garantisce poi del buon operato di questo…Trustee?”
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È (ragionevolmente) certo che, prima ancora di voler onorare gli impegni assunti, il Trustee sia tecnicamente in grado di farlo.

È il momento di uscire definitivamente allo scoperto e, visto che siamo a 200 metri dall’arrivo, fare la volata e giocarmi tutte le carte.

Sarebbe consigliabile affidarsi proprio ad una trust company come la Nest Srl di cui sono socio e amministratore, una società costituita appositamente per svolgere l’attività di Trustee in modo professionale.
Rappresenta la moderna espressione della figura del Trustee, interamente costituita da professionisti che apportano ciascuno le proprie competenze ed esperienze, per affrontare in autonomia i differenti aspetti del Trust, dalla sua istituzione fino alla gestione amministrativa e fiscale.

Gli ultimi metri della corsa non finiscono mai! Ecco un’altra domanda insidiosa:

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“se il nostro (hanno fatto una maggiore conoscenza…) Trustee diventa proprietario di tutto il mio patrimonio (è al 50% anche della moglie, ma si sa come sono gli uomini) può essere aggredito dai suoi creditori o da quelli dei suoi eredi, giusto?”
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No, non è assolutamente così, rispondo baldanzoso, e provo a spiegargli bene il perché.

Il “suo” Trustee ha sì la proprietà dei beni confluiti nel Trust, ma gli stessi restano separati dal suo patrimonio personale e non ne può disporre come fossero suoi.

Il patrimonio del Trust non si confonde con il patrimonio personale del Trustee che resta il solo soggetto ad aggressione da parte dei suoi creditori personali.

Altrimenti un Trust non lo farebbe mai nessuno! Mentre invece ormai tante famiglie, più o meno importanti, lo hanno scelto per proteggere il proprio patrimonio e disporre fin da subito il passaggio in eredità ai figli beneficiari.

“Oh grazie, questo mi tranquillizza come dieci camomille!” afferma fiero il cliente.

Capisco di aver vinto la corsa, ma aspetto ancora ad esultare prima di capire se alle parole seguiranno poi i fatti.
Il cliente incrocia lo sguardo con sua moglie, la quale annuisce e, come fanno gran parte delle donne, prende la decisione finale.

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“Bene, ci siamo convinti che il Trust è lo strumento giusto per raggiungere i nostri obiettivi. Prepari il mandato professionale e la prossima volta lo firmeremo in presenza delle nostre figlie per condividere insieme questa scelta”.
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Adesso posso finalmente alzare le braccia al cielo.

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